Ci sono certe patologie di cui leggiamo o sentiamo solo in casi specifici. E la malattia di Dupuytren è una di queste. Per coloro che non lo sanno, è un disturbo che colpisce le mani degli esseri umani e si caratterizza per il fatto che le dita si piegano su se stesse. Così, rimangono per la maggior parte del tempo in una posizione semiflessa o flessa.
La condizione può influenzare il normale funzionamento di qualsiasi dito, ma di solito si manifesta più frequentemente in alcuni rispetto ad altri. Generalmente, colpisce il movimento del dito anulare e del dito medio. Ora, quali altre informazioni dovremmo conoscere?
In cosa consiste la malattia di Dupuytren
Principali fattori di rischio
Attraverso studi scientifici, è stato scoperto che ci sono diversi fattori di rischio condivisi tra la maggior parte dei pazienti. Malattie preesistenti come il diabete, predisposizione genetica, consumo di alcol e età sono quattro dei principali.
In effetti, relazioni fatte qualche decennio fa parlavano già di un “ereditarietà dell’80%” per questa patologia. Curiosamente, è una condizione che si manifesta con una percentuale molto maggiore nelle persone di ascendenza nord europea.
Ad esempio, una ricerca ha determinato una prevalenza fino al 30% nei norvegesi di età superiore ai 60 anni. Nel frattempo, praticamente non ci sono persone di origine africana che ne soffrono. Per questo motivo viene spesso chiamata “la malattia dei vichinghi”.
A cosa è dovuto tutto ciò?
Come risulta dalla rivista Molecular Biology and Evolution, gli esperti hanno concluso che questa patologia ha origine neandertaliana. Poiché ci sono marcate differenze geografiche nel grado di ascendenza genetica, ciò spiega facilmente la diversa prevalenza. Coloro che vivono a sud del Sahara hanno pochi o nessun antenato neandertaliano. Mentre coloro che vivono in Norvegia sono esattamente il contrario.
Questa scoperta, che i fattori genetici di rischio più importanti della malattia di Dupuytren sono direttamente collegati all’ascendenza dei pazienti, ha permesso agli specialisti di attribuire all’origine lo sviluppo della condizione.
Pertanto, l’unica soluzione possibile per coloro che discendono da neandertaliani o da popolazioni vichinghe è prestare attenzione ad altri fattori di rischio come il consumo di alcol. E, ovviamente, sottoporsi a controlli medici per prevenire i sintomi di questa malattia.
Nel frattempo, si spera che la scienza continui a progredire nella scoperta di possibili cure o trattamenti specifici per la condizione. Questa è una di quelle patologie che sono state studiate da meno di mezzo secolo e su cui c’è ancora molto da scoprire.